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C'è anche modo e modo di fare politica.

Facile cercare il perbenismo giornalistico, quando non c'è nel modo di agire nel Parlamento.

 

Sapete che sono parecchio soggettivo su Travaglio, non posso che ammetterlo, sono di parte (dalla sua e definirlo il Caressa del giornalismo politico, dopo tutte le pubblicazioni della sua vita, anche recenti è pura bestemmia). Ultimamente comunque ho sempre provato ad ammettere, quando perdeva colpi (la puntata con Santoro e Berlusconi rimane, a mio parere, uno dei più grossi fallimenti della sua carriera giornalistica, così come la gestione della questione Grasso).

 

Stavolta, per me ha fotografato alla perfezione la situazione: il Parlamento dell'elezione al Presidente della Repubblica è stato una discarica, un insieme di rifiuti uniti senza nemmeno raccolta differenziata.

E puoi essere gentile caro quanto vuoi. Ma una discarica, quando è sporca, putrida, disorganizzata, colma di politicanti-rifiuti, non la puoi definire stazione ecologica.

 

Si chiama discarica.

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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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Un articolo pieno di fiele con un vocabolario un po' "oltre" il buongusto, cosa che di solito Travaglio ha sempre. Peccato.

Ma la sostanza è una certa descrizione della realtà (chi non pensa grosso modo così?) e il punto di vista che già conosciamo.

Più che altro come lettore mi sarebbe interessato molto di più una più corposa seconda parte dove potesse spiegare le ultime tre righe. Attendo i prossimi editoriali perchè sarà un tema centrale: Grillo darà una mano alla sinistra (magari perdendo qualche consenso) o passerà al facile incasso?

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“La mia rielezione sarebbe una non soluzione perché ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, sarebbe ai limiti del ridicolo“ Il Presidente Napolitano, una settimana fa

Forse li abbiamo superati i limiti?!?

Napolitano bis: quei ‘termini’ di dubbia costituzionalità - Sciltian Gastaldi - Il Fatto Quotidiano http://bit.ly/107pY0I

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Grillo darà una mano alla sinistra (magari perdendo qualche consenso) o passerà al facile incasso?

Non ho capito la domanda...

per due ragioni 1) mi dici cosa sarebbe di sinistra in questo Parlamento e 2) dovrebbe appoggiare il governo di larghe intese?

Perché Napolitano domani dirà che ha accettato esclusivamente perché gli è stato garantito che il progetto dei saggi verrà trasformato in un Governissimo.

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Intanto dato parziale dell'affluenza in FVG al 28.55 % contro il 45.63 delle predecenti. Babba bia.

 

Non sai più con chi incazzarti onestamente: con i cittadini che nemmeno fanno lo sforzo di pensarci su o con i politici su cui non serve aggiungere altro? Io personalmente non lo so più, ma il cazzo non mi avranno ignorante e sconsolato

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C'è anche modo e modo di fare politica.

Facile cercare il perbenismo giornalistico, quando non c'è nel modo di agire nel Parlamento.

 

Sapete che sono parecchio soggettivo su Travaglio, non posso che ammetterlo, sono di parte (dalla sua e definirlo il Caressa del giornalismo politico, dopo tutte le pubblicazioni della sua vita, anche recenti è pura bestemmia). Ultimamente comunque ho sempre provato ad ammettere, quando perdeva colpi (la puntata con Santoro e Berlusconi rimane, a mio parere, uno dei più grossi fallimenti della sua carriera giornalistica, così come la gestione della questione Grasso).

 

Stavolta, per me ha fotografato alla perfezione la situazione: il Parlamento dell'elezione al Presidente della Repubblica è stato una discarica, un insieme di rifiuti uniti senza nemmeno raccolta differenziata.

E puoi essere gentile caro quanto vuoi. Ma una discarica, quando è sporca, putrida, disorganizzata, colma di politicanti-rifiuti, non la puoi definire stazione ecologica.

 

Si chiama discarica.

:inchino :inchino

 

A te e a Travaglio. Come al solito.

 

Abbassiamo i toni, abbassiamo i toni, ci vuole eleganza ed educazione, classe e rispetto.

Te lo buttano in quel posto da decenni, perchè mai si dovrebbe perdere la calma? :ronron:

 

 

ps: Sul parallelo Caressa-Travaglio, ho rivalutato la bellezza tecnica di Spurs vs Lakers. Come paragonare Buffa a Bagatta.

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Questo è il commento che ho appena scritto e che dovrebbe essere pubblicato nel settimanale locale per cui collaboro.

Ve lo propongo, così, ho bisogno di condividere la tristezza che mi pervade con qualcuno.

 

Stasera Whisky come se piovesse. Forse esagero, ma sono davvero col morale a terra.

Piena solidarietà per il pregevole e stra-condivisibile "pezzo", oltre che per la sensatissima scelta di rifugiarsi nel Whiskey dopo certe batoste.

Una sola cosa, sul "golpe" denunciato da Grillo.

Non è il termine più appropriato, vero, ma questa rielezione del capo dello stato uscente, crea un precedente a dir poco singolare. Singolare ed ipocrita, visto che Napolitano per primo sa perfettamente che non potrà portare a termine il mandato. Al solito si riempe la bocca col suo altissimo senso di responsabilità, ma non sarebbe stato più coerente e responsabile rifiutare? Ma siamo in Italia, una soluzione all'italiana era quello che ci voleva, a pensarci bene. :testadura

Il vero Golpe è stato consegnare l'Italia al governo del grande inciucio, dopo che per tutta la campagna elettorale si è fatta passare tale opzione come un qualcosa di fantascientifico, soprattutto da parte di PD e PDL.

Gli italiani sono stati traditi ed aggirati brutalmente da questa massa di pagliacci, a meno di 60 giorni dalla chiamata alle urne. La parola è forte, e Rodotà è libero di dissociarsi, ma se questo non è un golpe, c'andiamo molto vicini.

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Sono e resto un uomo di sinistra - di STEFANO RODOTA'

Repubblica.it

CARO direttore, non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice "non c'è problema ", non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.

 

La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.

 

Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica

nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.

 

Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.

 

Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.

 

Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.

Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.

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Scalfari VERGOGNOSO nell'accodarsi ai peana

 

ti riferisci a questo??

 

di EUGENIO SCALFARI

 

RINGRAZIO Rodotà delle precisazioni che ci ha mandato. Rispondo quanto segue.

 

1. Gli errori da lui rilevati e compiuti da parte del Pd nei suoi confronti, io stesso li ho rilevati in due modi.Consigliando a Bersani per il tramite dell'amico Luigi Zanda di prendere contatto con Rodotà affinché ricordasse pubblicamente la sua biografia politica strettamente legata alla sinistra democratica; questo a mio avviso sarebbe stato sufficiente a far convergere i voti del partito su di lui. Evidentemente questo mio suggerimento non fu accolto. Per quanto riguarda la situazione attuale di quel partito, l'ho descritta come Rodotà e i nostri lettori hanno potuto leggerla: divisa in correnti che antepongono il loro interesse a quello del partito e soprattutto del Paese segando non solo i rami ma il tronco stesso che tutti li sostiene. Il Pd - ho ancora aggiunto - non deve essere soltanto riformato ma rifondato. Come è chiaro questo va molto ad di là del fatto di non aver votato per Rodotà.

 

2. Grillo negli ultimi giorni più convulsi ha detto che se il Pd avesse votato per Rodotà, lui avrebbe appoggiato un governo fatto da quel partito ma a distanza di qualche ora ha aggiunto mai per un partito guidato da Bersani. Voleva cioè scegliere lui anche il presidente del Consiglio?

 

3. Un governo sostenuto dal Movimento 5 Stelle avrebbe dovuto applicare la politica delle Cinque stelle che ho riassunto brevemente nel mio articolo di domenica anche per chiedere a Rodotà se condivide quei punti; ma lui a quella mia domanda non ha dato alcuna risposta nella sua lettera. Che tipo di governo sarebbe dunque nato con l'appoggio di Grillo? Un governo col quale la speculazione avrebbe giocato a palla e l'Europa avrebbe severamente sanzionato.

 

4. Resta il fatto che il governo che sta per nascere non deriva da una concertazione tra i partiti che lo appoggiano. Sarà un governo del Presidente e i voti per fiduciarlo verranno dati a quel governo. Un tempo si chiamavano "convergenze parallele" e questa credo sarà la natura politica del governo stesso, né più né meno come il governo Monti quando nacque nel novembre 2011.

 

5. Se il risultato sarà positivo ai fini dell'uscita dalla recessione ed anche dalla costruzione di un'Europa federale che è a mio avviso indispensabile in un mondo globalizzato, allora questo governo che a Rodotà sembra scellerato riconsegnerà il proprio mandato con un Paese finalmente rafforzato e solido. Chi verrà dopo - sempre che i risultati corrispondano alle aspettative - dovrà lodarlo insieme al Capo dello Stato che l'ha reso possibile ma, per l'esperienza che ho, posso fondatamente supporre che sarà invece ricoperto dai vituperi di chi senza essersi sporcate le mani riceverà un bel dono che non gli sarà costato sicuramente nulla.

 

Ho già detto che mantengo stima e affetto per Rodotà ma penso che, prima che avvenisse l'ultima votazione a Montecitorio, avrebbe dovuto annunciare il suo ritiro come pure penso che i suoi elettori di Cinque stelle avrebbero dovuto almeno alzarsi in piedi invece di restare seduti sui loro scranni. Anche l'educazione fa parte della cultura che evidentemente non c'è.

 

Io sinceramente, calcolando la provenienza, non ci vedo niente di vergognoso, anzi.

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L'editoriale di ieri era vergognoso, quello in cui "solo il meccanico Giorgio può riparare il motore inceppato dalla politica". Quando è proprio la rielezione del degnissimo ma inciucioso vecchietto il sintomo di quanto sia inceppato il tutto.

 

Comunque, dopo aver cambiato toni rispetto a ieri, nel punto 1 mente sapendo di mentire quando dice che "bastava dicesse la sua storia di sinistra per far convergere i voti del PD". I D'Alemiani sarebbero MORTI piuttosto che votare Prodi, figuriamoci Rodotà. I Bersaniani non esistono e i Renziani hanno fatto della sfida, fuori tempo massimo, a Grillo la loro raison d'être. È una bugia piuttosto triste e testimonia coda di paglia di fronte ai lettori che al 90% avrebbero voluto Rodotà.

Il punto due è grottesco perchè praticamente prima critica le correnti del PD che "antempongono i loro interessi personali al paese" e poi non si può fare il governo coi Cinque Stelle perchè non volevano Bersani? Ipocrita scambiare il criticabile atteggiamento dei Cinque Stelle sul governo con l'elezione del presidente della repubblica. Quale elettore di sinistra avrebbe visto come problema un "governo del presidente" PD+M5S con Rodotà presidente a legarli alle loro responsabilità? Se Scalfari ne è irritato allora ha altri interessi sull'argomento.

Tutti i punti sulla politica del M5S fanno ridere perchè sappiamo tutti che il problema era far partire il governo poi bastava evitare qualsiasi voto di fiducia e per "annullare" qualsiasi proposta grillina eccessiva bastava votare contro sia nelle commissioni, che in aula.

 

Sulla fiducia calata dal cielo per il governo che sta per nascere poi non commento nemmeno, se le premesse sono i documenti dei dieci saggi: niente lotta al precariato e riforma delle intercettazioni? Minchia.

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Intanto dato parziale dell'affluenza in FVG al 28.55 % contro il 45.63 delle predecenti. Babba bia.

 

Lentamente l'italiano medio si sta svegliando dal letargo (complice il progressivo scarseggiare dei viveri alias "schei").... come una marea onda dopo onda....

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Mah, non votare non vedo come possa essere sinonimo di svegliarsi.

Se non votassero E manifestassero ok, ma non votano e grugniscono al posticipo perchè metà il lavoro comunque ce l'hanno e l'altra metà cerca un aggancio per (ri)trovarlo senza merito.

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Renzi si dibatte per la sua sopravvivenza, per giunta malconsigliato come ci scrivevamo pagine fa. Per me non è più da seguire quantomeno fino alle prossime primarie/congresso e anche in quel caso non saprei se fidarmi perchè il suo treno per far saltare il banco sembra inevitabilmente passato. Anche se non è mai stato così vicino dal "vincere", adesso per prendersi il partito senza primarie deve fare dei compromessi con la morente classe dirigente, vedi Napolitano e incontro con D'Alema. Questo non mi sembra positivo in quanto questi compromessi si fanno sempre prendendo il peggio da ogni parte. Nel caso di Renzi potrebbe essere un tremendo compromesso di moderatismo SENZA meritocrazia socioeconomica nè rinnovamento del partito e della sua struttura. ORRORE.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/22/pd-renzi-aspetta-leadership-dalle-mani-di-dalema-letta-governo-piu-lontano/571208/

 

Se questo è quello che sta arrivando, voglio scendere.

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Questo è il mio pezzo razionale. Questo è quello emozionale mentre seguivo la conferenza stampa del dottor Gribbels, ieri a mezzogiorno. Lo pubblico perché gli oligarchi repubblicani che amo, e che hanno rieletto Napolitano e si apprestano a formare un governo Amato o altro, tengano conto anche delle emozioni del paese. E se queste sono le mie emozioni in diretta, figuriamoci i milioni e milioni di cazzoni che già gli hanno dato il 25 per cento. Governo avvisato mezzo salvato.

La conferenza stampa.

Grillo sono io. E’ grasso. Ce l’ha con i giornalisti. E’ appassionato, merita reazioni a caldo, derivate da uno scambio di sms con un amico. Chi ha seguito la conferenza stampa capirà. Anche altri spero capiranno.

Ferrara sms(sa) all’Amico Rocca: C’è Gribbels in diretta.

Rocca: Sto vedendo: rivoluzione rimandata a causa del cattivo tempo.

Ferrara: Grandioso simpatico beffardo ma lo odio.

Rocca: Che scemenze. Ha parlato di golpettino. Chiara apertura a Corradino. Spiragli.

Ferrara: Eccezionale. Lo voto. Meglio di Hitler.

Rocca: Opa sul tortello magico.

Ferrara: Rigoroso logico divertente giusto compassionevole, sto per tradire a favore di questo grande rivoluzionario democratico.

Rocca: Ora parla di Rodotà. Ti stai ricredendo.

Ferrara: Primo inciampo il Tà-tà. Idem sentire paranormale tra noi. Però sublime unico mai visto vincerà vado in pensione. W Beppe. E’ un demagogo alla Fidel Castro. Dice che non vuole la violenza, ma senza violenza non si combina un cazzo (secondo inciampo).

Rocca: Guarda le facce intelligenti di quelli che ha dietro.

Ferrara: Sì, ma lui è un semidio.

Rocca: Il dio pieno è quello del formaggio (casaleggio).

Ferrara: Poche tremende obiezioni. Ma sono prosternato. L’oratoria mi travolge. Roma antica. Cazzo, che figo. E’ anche grasso. Sono innamorato. Prende per il culo Tà sull’età. Questo mi fa superare le ultime obiezioni.

Rocca: Smettila.

Ferrara: Sono suo, totus suo. Giusto. Abbiamo torto. Siamo puttane. Ti autorizzo a pubblicare scambio su tuo blog.

Rocca: E’ un cretino.

Ferrara: Pubblica anche questo tuo giudizio. Io ripeto: meglio di Hitler. Ha detto che sono tutti laureati. Ha detto che ha pianto sentendo parlare un agricoltore con le mani callose. Agricoltori laureati. Immenso. Sui talk show antiveritativi dice tutte cose da me già esperite e dette. No contraddittorio con Pannella sull’aborto, no impasto di immagine. Mio 0,3 per cento si aggiunge al suo 25 per cento.

Rocca: Salmisti ti toglie rubrica. Sallusti, ma Salmisti era meglio.

Ferrara: Me ne sbatto se è per l’ideale: su soldi e solidarietà è meglio di Di Vittorio. Pubblica, cagoia.

Rocca: Censuro.

Ferrara: Dammi il modo e pubblico io. Voglio testo sms in elettronica.

Rocca: Chiedi a Casaleggio.

Ferrara: Ha detto “ho duecentomila fedine penali nel mio archivio”. Grandioso.

Rocca: Momento Flores. Ma si fa tutte le domeniche come Pannella-Bordin su Radio Radicale?

Ferrara: Trascrivo su computer e pubblico nel Foglio. Mi autorizzi a fare il tuo nome o anonimizzo?

Rocca: Devo chiedere prima alla rrrete!

Ferrara: Sul serio. Format contro format.

Rocca: Va’, tutto in streaming. E’ tra la via slovena e il Chiapas. Sono dei poveracci analfabeti. Pubblicalo.

Testo di sms scambiati tra le 12 e l’una e trenta di domenica, durante la conferenza stampa di Beppe Grillo tra due vecchi amici e colleghi (absit iniuria verbis). http://www.ilfoglio.it/soloqui/17892

 

 

ahahahahhahahaha

 

:inchino

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Porca pupattola...

concordo per tre volte con Keitaro in un 3d che non sia l'angolo del disinformatico?!? allora i Lakers possono vincere l'anello!!! :asd

Sottolineo solo l'aspetto più esilarante dell'intervento di Scalfari:

Se il risultato sarà positivo ai fini dell'uscita dalla recessione ed anche dalla costruzione di un'Europa federale che è a mio avviso indispensabile in un mondo globalizzato, allora questo governo che a Rodotà sembra scellerato riconsegnerà il proprio mandato con un Paese finalmente rafforzato e solido. Chi verrà dopo - sempre che i risultati corrispondano alle aspettative - dovrà lodarlo insieme al Capo dello Stato che l'ha reso possibile ma, per l'esperienza che ho, posso fondatamente supporre che sarà invece ricoperto dai vituperi di chi senza essersi sporcate le mani riceverà un bel dono che non gli sarà costato sicuramente nulla.

Se mio nonno avesse avuto le ruote... :asd siamo a questo?!?

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Dopo tutta la merda che ci ha governato nell'ultimo ventennio,facendomi addirittura rimpiangere la DC, io una chance a Renzi la vorrei veder data...un Renzi primo ministro lo voglio vedere e poi giudicare avendo FATTI concreti alle spalle,non solo attraverso parole.

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Dopo tutta la merda che ci ha governato nell'ultimo ventennio,facendomi addirittura rimpiangere la DC, io una chance a Renzi la vorrei veder data...un Renzi primo ministro lo voglio vedere e poi giudicare avendo FATTI concreti alle spalle,non solo attraverso parole.

Beh se rimpiangi la DC coerentemente dai una chance al (doroteo; molti di voi non sapranno nemmeno di che parlo... :asd ) Renzi.

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Larghe intese Pd-Pdl: perché odiano #Prodotà - Beppe Giulietti - Il Fatto Quotidiano http://bit.ly/ZgRVbT

 

Siamo tra quelli che avrebbero preferito la formula Prodotà, con Prodi al Quirinale e Rodotà Presidente del Consiglio, o meglio avremmo preferito assistere almeno al tentativo di stanare il Pd e far emergere quello che sarebbe poi emerso nel segreto delle urne: il No sia a Prodi, sia a Rodotà.

 

Chi lavorava per le larghe intese considerava e considera queste due personalità, pur così diverse tra loro, come nemici giurati. Non a caso Berlusconi e i suoi erano già pronti alla rivolta di piazza (altro che Piazza Santi Apostoli), qualora Prodi fosse davvero stato eletto.

 

Allo stesso modo Stefano Rodotà non sarebbe stato votato esattamente per le stesse ragioni per le quali piace a molti di noi. Rodotà, insieme ad altre donne e altri uomini, rappresenta uno dei simboli dell’impegno per la Costituzione, per la legalità repubblicana, per la tutela della autonomia della magistratura e della informazione, per la difesa dei beni comuni, ed ancora crede nella laicità dello Stato, nel rispetto di ogni minoranza, nella inclusione delle differenze, nella necessità di ridurre la forbice delle opportunità tra il primo e l’ultimo della scala sociale…

 

Esattamente per questi stessi motivi non sarebbe stato votato dal partito trasversale delle larghe intese e dei vecchi interessi. Oggi qualcuno, anche nel Pd, torna a dire che Rodotà avrebbe sbagliato tutto, che avrebbe dovuto ritirarsi e non prestarsi al gioco di Grillo. Mi ricordano quelli che accusavano le ragazze di “andarsela a cercare”, perché osavano portare le minigonne.

 

Chi di loro ha fatto un gesto verso Rodotà? Perché mai hanno fatto finta di nulla quando ben prima di Grillo, il sondaggio di Articolo 21, quello del Fatto e di tanti altri giornali, il Forum per l’acqua pubblica, centinaia di cittadine e di cittadini avevano già indicato il nome di Rodotà.

 

Quel nome già esisteva, ma, come sempre, lo si è ritenuto espressione di mondi residuali, un’ipotesi che non sarebbe mai arrivata nelle aule. A Grillo e ai suoi sostenitori, ai quali non abbiamo mai risparmiato critiche, va riconosciuta l’intelligenza di aver espresso un consenso anche su questo nome. Per altro, a chi li accusa di essere la nuova destra, vorrei ricordare che, in quell’elenco, vi erano anche i nomi di Milena Gabanelli, Dario Fo, Gustavo Zagrebelsky, Giancarlo Caselli, Gino Strada, per citarne solo alcuni, che solo un gruppo di ubriachi potrebbe schedare come donne e uomini di destra.

 

In realtà si tratta di persone che hanno nel cuore l’interesse generale e hanno orrore per il conflitto di interesse, per le norme ad personam ed ad aziendam, per ogni forma di impunità e di immunità. Questo è l’oggetto del contendere, non certo il carattere di Rodotà o le buone maniere.

 

Non so, e neppure mi interessa sapere, se ora nascerà una nuova formazione politica. Mi piacerebbe solo che i valori incarnati da queste persone e che hanno trovato una simbolica convergenza nel nome di Rodotà, diventassero patrimonio comune di un vasto schieramento di forze politiche, associazioni, movimenti che, pur restando distinti e distanti su molte cose, trovassero la forza, la sensibilità e l’intelligenza per convergere ogni qual volta saranno messi in discussione la Costituzione, i beni comuni, il principio di uguaglianza.

 

Nei prossimi giorni il lavoro non mancherà.

La Stampa - Pd, domani la direzione con Renzi

Civati: “I traditori saranno ministri” http://bit.ly/17dxZHZ

 

Il deputato contro i sabotatori

della candidatura di Prodi al Colle

ROMA

Pippo Civati contro tutti. L’ultima puntata della faida nel Pd vede in prima fila i quarantelli del partito. Il deputato lancia l’attacco dalle pagine del suo blog: «Si parla molto di “traditori”, ma state attenti: perché i soliti protagonisti della politica italiana che ora chiamate così poi potreste ritrovarvi, tra qualche ora, a chiamarli ministri».

 

L’AFFONDO

Civati, che aveva spinto per un’intesa su Stefano Rodotà, è durissimo: «Tutti insieme. Appassionatamente. Con un argomento formidabile: dopo che abbiamo ridotto il centrosinistra così, non vorrete mica andare a votare? Affidate le cose a noi, sappiamo come si fa». «Se avessimo votato Prodi o Rodotà, non saremmo andati a votare, come le vecchie volpi della politica hanno ripetuto (altro che Twitter) a tutti i giovani deputati», acrive. «No, semplicemente avremmo fatto un governo del Presidente. Con un Presidente, un governo e una maggioranza molto diversi da quella che vedremo tra qualche ora. Spero sia chiaro a tutti. Anche a quelli che, come me, in questi giorni hanno perduto», ha insistito.

 

IL “CASO TWITTER”

Civati attacca poi duramente quanti, nel gruppo dirigente del Pd, hanno sparato soprattutto sui giovani parlamentari che non avrebbero retto l’urto delle proteste sui socialnetwork o nelle piazze: «Il Pd ha deciso: è tutta colpa vostra. Dei vostri tweet e dei vostri commenti. Siete il “popolo della rete”, quello che fa sbagliare (!) i parlamentari con le sue indicazioni. Non ci interessa sapere se abbiate una vita o un lavoro (o non l’abbiate). Ci interessa solo poter dire che i vostri tweet (e anche gli sms) sono eversivi», ha ironizzato. È «tutta colpa dei social network, dell’inadeguatezza (Bindi dixit) dei nuovi parlamentari, che non hanno idee, no, loro guardano solo i palmari e si fanno dare la linea da generici elettori scatenati», ha proseguito. «Peccato, però, che qualcuno le stesse cose le avesse dette prima che si alzasse l’onda anomala di messaggi sul web, «peccato che i sondaggi - come quello di oggi - avessero indicato che soltanto una percentuale al di sotto del 10% degli elettori del Pd fosse d’accordo per uno schema delle larghe intese e con il Presidente scelto da Berlusconi in una rosa di nomi da noi proposta (da cui è uscito Marini)».

 

dal Blog di Civati:

Il punto della questione, almeno per me

 

Ho letto l’intervista di Fabrizio Barca su l’Unità, oggi, e sono d’accordo con lui su quello che dice e scrive a proposito del Pd: faccio anzi notare che, senza averne discusso, dico più o meno le stesse cose in un’analoga intervista allo stesso giornale.

 

Aggiungerei due cose: non si deve fare un partito a sinistra del Pd, bisogna occupare diversamente lo spazio che il Pd ha occupato (male) negli ultimi tempi. Mi verrebbe da dire che ci vuole un secondo Pd al posto dell’attuale, ma qualcuno potrebbe rispondere: di Pd ce ne basta uno (per sdrammatizzare).

 

Il punto è però quello di chiarirsi una volta per tutte.

 

Tra il sorriso di Berlusconi e la piazza che non capisce più il Palazzo, lì in mezzo c’è lo spazio per una iniziativa politica completamente diversa. Diversa per le modalità con cui impostare il confronto, diversa nel modo di concepire il dialogo con i propri elettori, diversa nel linguaggio che usa e nel modo di rappresentarsi, diversa per cultura politica e per cultura di governo.

 

Ancora una volta, e lo dico per quelli che mi danno del deficiente perché ho provato a capire se era possibile costruire un confronto con il M5S (sono quelli che preferiscono il confronto con Berlusconi, da vent’anni a questa parte), non si tratta di inseguire il M5S. Anche perché queste cose non le diciamo da ora, ma da prima che il M5S ci fosse. E se ci avessero ascoltato, con tutta probabilità, non dico che non ci sarebbe stato, ma il fenomeno non avrebbe assunto quelle proporzioni.

 

A loro e a tutti dico una cosa che forse non sono riusciti ad apprezzare: la questione non è limitata agli elettori di Grillo, ma anche ai nostri. Che non ci capiscono da un po’, e da ieri ci capiscono un po’ meno e, in alcuni casi, per niente. Gli altri stanno già tornando a votare Berlusconi. Che infatti sorride.

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Dati parziali Regionali FVG: affluenza al 50 e spiccioli % (-22 % rispetto alle precedenti). L'unica cosa che pare abbastanza certa dai primi risultati (20% seggi scrutinati) è che il M5S NON vincerà. Si sta attestando a percentuali intorno al 20% (rispetto al quasi 30 fatto alle politiche). Tra PDL e PD difficile dire chi sia davanti, perché il distacco è di pochi punti (40-35 PD per intanto, ma non vuol dire nulla, sono poco più di 5000 voti di differenza), e basta un voto in più per vincere.

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