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e comunque ha ragione chi dice che al peggio non c'è mai fine, sto leggendo ora su Repubblica che, cito,"Sandro Bondi :lol: potrebbe ottenere la Pubblica istruzione"

 

 

 

 

di questa che ve ne pare? :loL2:loL2

 

 

farà studiare a scuola le poesie che scrive su Silvio :loL2

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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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io comunque sono il solito bastian contrario, ma Mara Carfagna la vedo bene, e anche parecchio :asd:asd

A saperlo una spintarella elettorale gliel'avrei data volentieri... Sicuramente c'ha già pensato Silvio comunque :asd

Io le avrei dato un altro tipo di spintarella.

Anche perchè con la politica non c'entra proprio un cazzo. :-?

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io comunque sono il solito bastian contrario, ma Mara Carfagna la vedo bene, e anche parecchio :asd:asd

A saperlo una spintarella elettorale gliel'avrei data volentieri... Sicuramente c'ha già pensato Silvio comunque :asd

Io le avrei dato un altro tipo di spintarella.

Anche perchè con la politica non c'entra proprio un cazzo. :-?

Le avresti dato la stessa spintarella che intendevo io credo :asd

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Ieri sera Travaglio e Di Pietro han dato spettacolo su Annozero.

Hanno detto cose sacrosante ed il giornalista in studio filoBerlusconiano in studio non è riuscito a ribattere su praticamente nulla.

 

Se metti Travaglio e DiPietro in combo il nano te lo smontano come un lego.

Se poi metti il tridente Grillo-Travaglio-Di Pietro non c'è trippa per gatti.

Peccato che le tv siano del cavaliere dell'apocalisse.

 

:chetristezza:chetristezza

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Ieri sera Travaglio e Di Pietro han dato spettacolo su Annozero.

Hanno detto cose sacrosante ed il giornalista in studio filoBerlusconiano in studio non è riuscito a ribattere su praticamente nulla.

 

Se metti Travaglio e DiPietro in combo il nano te lo smontano come un lego.

Se poi metti il tridente Grillo-Travaglio-Di Pietro non c'è trippa per gatti.

Peccato che le tv siano del cavaliere dell'apocalisse.

 

:chetristezza:chetristezza

 

Da quando si è dato al populismo Grillo mi sta incominciando a dare fastidio,per quanto dica cose sacrosante.

 

Preferisco la misura di Travaglio,anche perchè la sua ironia è molto più tagliente di molte altre parole. :inchino

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Sai che son d'accordo con te...

Grillo anche a me piace(va), però ultimamente sembra parlare come colui che sa la verità assoluta... Si sta comportando come una specie di santone o giù di lì... Bò, non lo so.

 

E ti pareva se non eravamo d'accordo... :asd

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però di Grillo mi piace l'idea che ha lanciato di "politca" che inizia dal basso ovvero dalle liste civiche dall'impegno quotidiano delle persone comuni che si devono rendere conto che la poltica la si fa anche con le piccole scelte del quotidiano delle realtà locali. Poi che a volte esageri è vero ma lui fondamentalmente è un comico e non mi aspetterei tanto di più di farmi una risata......

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Certo che se fossi un elettore di destra del sud, sapere che il mio destino dipende dalla LEGA NORD non starei così tranquillo...

 

Non penso che abbiano pensato a questa eventualità...Sono tutti cazzi loro ma ben gli stà se hanno votato da quella parte, a questo punto ci meritiamo questo ed altro, voglio proprio vedere con i puntelli che metterà la lega quanta gente del sud sarà così contenta di aver votato a dx...

 

Cmq Walter mi è piaciuto spero che continui su qyesta lkinea del rinnovamento all'interno del PD, certo che mi mette tristezza vedere come sia sparita la sinistra...

 

beh si berlusca ha vinto l'elezioni solo perchè ha vinto nel sud... lazio liguria lombardia e tutte le altre gegioni del nord hanno votato largamente veltroni...

quindi oltre ad essere nato e residente al sud mi devo sentire che la colpa è la mia se berlusca ha vinto???

e tutto questo per omettere che la classe politica di sinistra faccia cagare????

o per qualche altro motivo in particolare????

fammi capire per cortesia perchè tutte queste illazioni stanno incominciando ad irritarmi....

ti sfuggono tante cose del sud...

 

 

sentirsi in colpa?...se hai votato Berlusconi, si....altrimenti no :loL2

 

 

perchè ti irrita?...è la verita'...

 

io discuto solo questa maniera molto semplicistica di dare giudizi sulla gente...

perchè non incominci a far cambiare idea a i tuoi concittadini invece di scaricare le responsabilità sul sud???

vedo scritte troppe fesserie....

ti sfugge la realtà delle cose...

 

i miei concittadini non cambiano idea, semplicemente perchè vedono il meridione come una Palla al piede per l'Italia intera...ergo è capibile che votino Lega o PDL...

 

ma che i cittadini del Sud votino PDL e trasversalmente la Lega....non mi sembra capibile :loL2

Esattamente Mamba il mio pensiero è quello, io ho idee diverse da molta gente del nord che vota berlusca ma come dice Mamba è più capibile se uno del Nord vota la coalizione PDL+Lega Nord, al sud mi ha fatto calpore il netto dominio della destra...

 

Ma vedo che anche Alex, da Palermo, la pensa allo stesso modo uindi ha capito cosa volevo dire...

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Sai che son d'accordo con te...

Grillo anche a me piace(va), però ultimamente sembra parlare come colui che sa la verità assoluta... Si sta comportando come una specie di santone o giù di lì... Bò, non lo so.

 

 

Grillo....mi da fastidio....

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Certo che se fossi un elettore di destra del sud, sapere che il mio destino dipende dalla LEGA NORD non starei così tranquillo...

 

Non penso che abbiano pensato a questa eventualità...Sono tutti cazzi loro ma ben gli stà se hanno votato da quella parte, a questo punto ci meritiamo questo ed altro, voglio proprio vedere con i puntelli che metterà la lega quanta gente del sud sarà così contenta di aver votato a dx...

 

Cmq Walter mi è piaciuto spero che continui su qyesta lkinea del rinnovamento all'interno del PD, certo che mi mette tristezza vedere come sia sparita la sinistra...

 

beh si berlusca ha vinto l'elezioni solo perchè ha vinto nel sud... lazio liguria lombardia e tutte le altre gegioni del nord hanno votato largamente veltroni...

quindi oltre ad essere nato e residente al sud mi devo sentire che la colpa è la mia se berlusca ha vinto???

e tutto questo per omettere che la classe politica di sinistra faccia cagare????

o per qualche altro motivo in particolare????

fammi capire per cortesia perchè tutte queste illazioni stanno incominciando ad irritarmi....

ti sfuggono tante cose del sud...

 

 

sentirsi in colpa?...se hai votato Berlusconi, si....altrimenti no :loL2

 

 

perchè ti irrita?...è la verita'...

 

io discuto solo questa maniera molto semplicistica di dare giudizi sulla gente...

perchè non incominci a far cambiare idea a i tuoi concittadini invece di scaricare le responsabilità sul sud???

vedo scritte troppe fesserie....

ti sfugge la realtà delle cose...

 

i miei concittadini non cambiano idea, semplicemente perchè vedono il meridione come una Palla al piede per l'Italia intera...ergo è capibile che votino Lega o PDL...

 

ma che i cittadini del Sud votino PDL e trasversalmente la Lega....non mi sembra capibile :loL2

Esattamente Mamba il mio pensiero è quello, io ho idee diverse da molta gente del nord che vota berlusca ma come dice Mamba è più capibile se uno del Nord vota la coalizione PDL+Lega Nord, al sud mi ha fatto calpore il netto dominio della destra...

 

Ma vedo che anche Alex, da Palermo, la pensa allo stesso modo uindi ha capito cosa volevo dire...

 

io purtroppo no... :vedolestelle

mea culpa....

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Beh, io parlavo in un dibattito.

Dicevo che se metti loro 3 a contestare Berlusconi te lo distruggono completamente.

Non dicevo niente di piu.

 

A me Grillo continua a piacere, forse perchè sono abituato a scindere l'atteggiamento dalle informazioni che mi vengono date.

Quindi continuo imperterrito a seguirlo.

Poi il fatto che si stia atteggiando è logico.

Ora è diventato una forza e siccome è umano, le chiacchere delle persone ingrassano l'ego.

Logico.

 

 

L'importante è che facendo cosi non inizi a diventare come quelli che contesta...

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Palesemente Santoro e sopratutto Travaglio hanno sparato le loro ultime cartucce ieri sera...quel deficiente di filoBerlusconiani (Facci, mi facci il piacere di andare a pigliarsela nel foffo) è stato zittito come meritava.

 

Certo però che anche Santoro, invitare Di Pietro e non far venire nessuno del Pdl...per non parlare di Travaglio, assolutamente incontenibile nell'opera di sgretolamento del nano...cioè, si so' scavati la fossa da soli...e per questo meritano un :inchino

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Il Financial Times : Berlusconi è il sintomo della malattia italiana

 

L'Economist invece...Silvio è la vera malattia dell’Italia. Ne è convinto il Financial Times che in un commento ai risultati elettorali italiani boccia preventivamente il terzo ritorno del Cavaliere al governo. Berlusconi, scrive nel suo editoriale Philip Stephens «è il sintomo, non la soluzione, della malattia dell'Italia».

 

Secondo il prestigioso giornale economico, «l'argomento che Berlusconi possa riportare l'Italia nella modernità non regge di fronte all' obiezione più semplice: come può l'Italia presentare se stessa come una vitale democrazia europea, quando il suo primo ministro sarebbe escluso dal suo ufficio in tutti gli Stati con i quali intende misurarsi?». Il problema, sempre vivo, è il solito: il conflitto d’interessi. «La cosa che dovrebbe squalificare Berlusconi, al di là di ogni dubbio, è la sua insistenza nel voler mantenere il suo vasto impero dei media», si legge. «Il primo ministro eletto possiede tre grandi emittenti televisive private d'Italia, due quotidiani e un esteso impero pubblicitario. Provate a immaginare Angela Merkel, Gordon Brown o persino l'estroverso Nicolas Sarkozy come tycoons dei media. Impossibile. E dovrebbe essere impossibile anche in Italia».

 

Quanto ai cronici problemi del nostro Paese, l’elenco è noto: «L’economia è più o meno stagnante da un decennio. Il debito pubblico del paese supera le entrate nazionali. Il divario tra il prosperoso nord e l'arretrato sud sta diventando più ampio». Berlusconi, conclude Stephens, si presenta come un «salvatore», ma l’Italia «merita ben più che uno scivolone nel vuoto della retorica».

Intanto il settimanale Economist rinforza la stessa opinione dedicando la copertina a Berlusconi (nella foto) con il titolo "Mamma mia" e il sottotitolo "Rieccolo di nuovo".

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E qui la sinistra deve fare una pesante autocritica:perchè sia nel primo governo del 1996,sia dieci anni dopo non sono riusciti a fare mai nulla per risolvere il problema del conflitto di interessi.

 

Si è sempre rimandato,mentre in realtà era il problema principale.

 

Se si fosse cominciato con eliminare questo enorme problema forse adesso la situazione sarebbe diversa.

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Diciamo che questa come analisi è un filino più convincente di quelle che fa Fuksas, ma di poco eh :fiskio

 

 

È colpa del Sessantotto se la Lega ha preso una valanga di voti alle ultime elezioni? Secondo Eugenio Scalfari, in una certa misura, culturalmente, lo è. Nelle sue richieste (o meglio, pretese), la Lega, infatti, a suo avviso, ha in testa lo stesso approssimativo e prepotente sistema di valori, la stessa morale individualistica incurante del bene comune, e lo stesso motto ("Tutto e subito") agitato nel Sessantotto.

 

 

Sabato sera, all´Auditorium di Roma, in una sala Sinopoli silenziosa e gremita di sessantottini appesi al filo della sua voce, (teste maschili calve o brizzolate, imbionditi i primi capelli bianchi delle teste femminili), Eugenio Scalfari, interrogato e sollecitato da Antonio Gnoli, ha parlato del Sessantotto nell´ambito del Festival della Filosofia che quest´anno, come è noto, è dedicato precisamente a quell´anno tanto discusso. Come lo ricorda un così rappresentativo testimone del nostro tempo? Cosa ne rimane? Com´era l´Italia di allora?

 

Gnoli traccia un profilo del suo interlocutore, e ne annuncia il prossimo libro da Einaudi, L´uomo che non credeva in Dio. Aggiunge: «Il Sessantotto è una data che contiene più date, e che in questi quarant´anni è stata oggetto di rimozioni, oblii, giudizi semplificati, interpretazioni dissonanti, ancora da ricollegare. Si tratta di un evento non esaurito, in cui è presente almeno un elemento irrisolto: la violenza, una tabe che il "Movimento" si è portato dietro fin dal principio, e che ne ha condizionato il giudizio fino alla criminalizzazione».

 

Scalfari, sulle prime, non sembra affatto un nemico del Sessantotto. Ci sono un antefatto e un "fatto", afferma, sostenendo che il Sessantotto in Italia è cominciato nel Sessantanove, con il famoso "autunno caldo" (qualche lieve mormorio in sala, qualche rara testa si scuote, in segno di disaccordo. Probabilmente sono piemontesi, e devono aver partecipato, nel 1967, all´occupazione di Palazzo Campana, a Torino, che "il Movimento" ha sempre visto come il proprio inizio italiano).

 

 

Ma Scalfari insiste sulla sua datazione, ricordando anche Piazza Fontana, che fu a sua volta nel 1969, e l´ingrossarsi del movimento a Milano oltre che a Roma (torinesi sempre esclusi). Aggiunge: «Nell´autunno caldo avrebbe dovuto operarsi l´auspicata saldatura fra studenti e operai che non si operò: i primi volevano "l´immaginazione al potere" e che "il privato fosse pubblico", i secondi dei nuovi e buoni contratti». Sì, ammette, «ci fu qualche precedente italiano, come quello di Architettura a Roma, o perfino il Gruppo ‘63, che voleva rivoluzionare la letteratura.

 

Ma quello che io chiamo l´"antefatto" fu internazionale. Veniva, sul piano del costume, dall´Inghilterra (Mary Quant e la minigonna, i Beatles, i Rolling Stones eccetera) e sul piano dei contenuti - pacifisti - dagli Stati Uniti, dove la guerra del Vietnam fu avversata in ogni modo nelle università californiane e di New York. Slogan come "Mettete fiori nei vostri cannoni", o "Fate l´amore e non la guerra" trovavano entusiasta la mia generazione (all´epoca avevo 44 anni). Eravamo stati educati al bellicismo fascista, ed eravamo, per contrasto, totalmente pacifisti. Quei "figli dei fiori" li consideravamo nostri figli. Parlo, beninteso, della borghesia liberale di sinistra in cui mi riconoscevo con la quale - e per la quale - avevo partecipato alle esperienze giornalistiche de Il mondo e L´Espresso. Repubblica verrà più tardi. Lì la scommessa borghese la facemmo ma la perdemmo. Le ragioni per cui il giornale andò bene sono altre».

 

Quell´anno, ricorda Gnoli, Scalfari era deputato indipendente nelle liste socialiste. Il direttore non ha un ricordo travolgente della esperienza in Parlamento. «Che conoscevo bene, ma da giornalista. Altra cosa era sedervi come attore. Il primo giorno, nel Transatlantico, incontrai il mio vecchio amico Giorgio Amendola. Mi predisse che non sarei stato a mio agio. Abituato com´ero, da giornalista, a vedere immediatamente il risultato del mio lavoro, qui "avrei dovuto abituarmi a costruire castelli di sabbia. Asciutta", precisò. Ben presto mi accorsi che aveva ragione».

 

 

 

Tra le attività dello Scalfari deputato ci fu quella di fare, con altri deputati, da mediatore fra la polizia e il "Movimento" all´epoca dei primi cortei. «Che non erano autorizzati. Gli studenti non riconoscevano l´autorità della polizia, e volevano sfilare liberamente, senza bisogno di autorizzazioni. La polizia diceva: "Se non ci dicono dove vanno, noi saremo costretti a scioglierli", che significava botte da orbi. Allora noi chiedevamo a qualche organizzatore: dove andate? Quello - che sapeva benissimo perché glielo avevamo chiesto - ce lo diceva, e noi lo riferivamo alla polizia, che organizzava il servizio d´ordine. Però ci diceva anche: allora sarete voi garanti del corteo? Noi rispondevamo sì, e prendevamo la testa della sfilata portando cartelli che dicevano "Gli studenti sfilano contro il fascismo".

 

Così la prima parte del corteo camminava muta, mentre dietro si urlava: "Fascisti, carogne, tornate nelle fogne", "Borghesi, ancora pochi mesi", "Una risata vi seppellirà". A volte funzionava. Altre volte non ci rivelavano il loro percorso. O ce lo dicevano, e poi andavano altrove. E così le botte continuavano. Intanto, in noi cresceva un certo disagio. Eravamo pacifisti, di un puritano pacifismo ghandiano. La cannabis e la liberazione sessuale ci lasciavano interdetti».

 

 

Gnoli allarga l´orizzonte "rivoluzionario". «Nel 1967 muore il Che e diventa un´icona. C´era stato il Concilio Vaticano II, che fece presa su molti studenti, di cui poi si disse che molti sarebbero diventati terroristi. Ci fu la rivoluzione culturale cinese, in cui personaggi come Sartre o Godard credettero al punto che Sartre andò a distribuire nelle mense il giornale Servire il popolo. C´è la primavera di Praga... e l´università di Varsavia che si muove sotto l´occhio ostile di Breznev, un uomo restituiro dai ghiacci... («... e ci sono gli inglesi e i francesi a Suez...», aggiunge Scalfari")». Insomma, un quadro internazionale in cui, se non tutto, molto è in ebollizione e anche in contraddizione. I temi del movimento sono contraddittori e complessi, e generano equivoci. Qualcuno vuole la centralità operaia, qualcun altro vuole riscoprire la soggettività. Le resistenze di Scalfari sono solo generazionali?

 

«Di grave io vedo l´abolizione dei ruoli, padre-figlio, maestro-allievo e così via, che porta diritto alla rescissione della memoria storica. Si decide tutto in assemblea o al collettivo, figurarsi se si può riconoscere l´autorità costituita e accettare il suo sapere (magari per rifiutarlo più tardi), che appunto significa memoria storica. Tutto viene riportato al "qui e ora", e, mancando di passato, non si è in grado (né lo si vuole) di progettare il futuro.

Questa "resa al presente" e al "qui e ora" al "tutto e subito" dura ancora oggi. Gli ultimi quarant´anni sono stati scanditi dal presente.

 

È questo che io vedo in comune con la cultura (o incultura) della Lega, ma non solo di quella. Siamo in una palude culturale (e politica) generata dal Sessantotto, che è stato una rivoluzione non riuscita. Alla fine del mio libro L´autunno della repubblica, io paragono una rivoluzione a un fiume che straripa. Dopo di che può: rientrare nel suo letto, lasciando un terreno fertilizzato, o scavarsi un nuovo letto. Ma può anche non fare né una cosa né l´altra: fermarsi e diventare palude. Porterà solo malaria e zanzare»

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Italia, 2008, ritratto della famiglia politica, da destra a sinistra passando per il centro. Una galleria di personaggi, presentabili (pochi) e impresentabili (molti), che ritroveremo in gran numero sui banchi del Parlamento in forza di una legge elettorale costruita su liste determinate dalle segreterie dei partiti.

"Se li conosci li eviti" di Peter Gomez e Marco Travaglio è definito dagli autori un "libro di pronto soccorso", un abbecedario della brutta politica. Sono 150 i nomi che appaiono in rigoroso ordine alfabetico, divisi per gruppi di appartenenza. Non ci sono solo le malefatte culminate in guai giudiziari in corso o passate in giudicato. Rispetto a precedenti esperienze i due autori hanno introdotto altri capi d'accusa, che reati penali non sono, ma che qualificano i parlamentari per lo scarso senso dello Stato e della legalità, per l'ignoranza, per la tendenza a mutare repentinamente opinione, per la disponibilità a cambiare schieramento in base a criteri di opportunità personale.

 

Il ritratto che ne esce è a tinte forti e il rischio, inevitabile, è di fare mucchio e porre sullo stesso livello personaggi che hanno comportamenti e responsabilità diverse. Il giudizio sui chi è stato buono e chi è stato cattivo, dicono gli autori, è "nostro personalissimo parere". Ma i fatti raccontati, insistono Gomez e Travaglio, li abbiamo "puntualmente verificati, indicando le fonti".

Proprio la meticolosa ricostruzione, a prova di querela, è il pregio essenziale di questa piccola enciclopedia della mala politica, realizzata da due abili giornalisti con il concorso di colleghi e amici che li hanno aiutati a raccogliere una gran mole di informazioni.

Il libro si completa con una rassegna delle " leggi vergogna" votate dagli ultimi governi di centro-destra e di centro sinistra e da un'analisi dei programmi dei due schieramenti, con i relativi costi e le coperture reali.

 

Le carte d'identità sono redatte con linguaggio diretto, essenziale e con il sarcasmo che contraddistingue lo stile dei due autori. Emblematiche le pagine dedicate a Silvio Berlusconi e Massimo D'Alema.

Il momento, ovvero l'avvio di una nuova esperienza di Governo, non trova nelle pagine del libro una spinta all'ottimismo. Per Travaglio e Gomez stiamo vivendo il momento peggiore della nostra vita repubblicana. Il solo spiraglio di luce è in quella piccola pattuglia di "buoni" , i magnifici venti dell'ultima legislatura, segnalati per l'impegno lodevole e le proposte. Il loro esempio valga per quanti, come scrivono nella dedica iniziale i due autori, sognano "una politica pulita. Cioè una Politica".

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Chi è andato a firmare ieri per il v2-day?

Io sì :asd

 

io ho firmato ma ho letto che comunque questa richiesta di referendum non può essere presa in considerazione perchè le richieste vanno fatte a 6 mesi dall'insediamento del governo.....comunque è sempre una presa di posizione popolare su un argomento che potrebbe sensibilizzare i politici. :papa

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Amici romani, qualche reazione dopo l'elezione del nuovo sindaco?

 

bah che dire politicamente è anche lui un pentito, visto che viene da posizioni abbastanza nette, poi abbandonate.

C'è da dire che il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è stata la sicurezza: speriamo solo che non abbia strumentalizzato violenze e barbari stupri solo per raccogliere consensi e speriamo che realmente metta mano a questa città che al di fuori del centro non è affatto sicura e non è affatto degna del nome che porta.

Staremo a vedere.

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