Los Angeles Lakers vs New York Knicks W 100-94 (14-14)


Si torna a quota .500. Per qualche ora, vista la probabilissima batosta di domani a Denver, ma si torna a galla dopo settimane in apnea. E lo si fa al termine di una partita spettacolare, godibile, dai ritmi intensi ed incertissima fino all’ultimo.
Allo Staples Center il match si apre con l’obrobrio tattico che non ti aspetti: D’Antoni mette Morris come starter e soprattutto gli fa marcare Anthony nei primi quattro possessi del match. L’utente Keitaro ci assicura che sono volati complimenti e felicitazioni da parte dei telecronisti USA per le sue prime difese 1vs1; sul parquet si vede altro però, ovvero un giocatore undersize sotto ogni punto di vista che si fa sovrastare dalla Star che per di più si trova nella stagione di grazia. Menomale che a bilanciare i primi mediocri possessi difensivi gialloviola c’è Steve Nash dall’altra parte, che domina apertamente il parquet nei primi minuti con una partenza brillante.
La partita è equilibrata, non ci si ferma un attimo, i ritmi sono velocissimi e i Knicks sinceramente danno la sensazione di poter essere superiori. La squadra di Woodson si appiglia nel secondo quarto ad un immarcabile Jr Smith che prova a trascinare i suoi alla prima fuga del match (43-46 con due minuti da giocare nel primo tempo). New York gestisce meglio i possessi, mostrando maggiore consapevolezza nei propri mezzi e migliore organizzazione, ma L.A. nonostante le orrende prove di Howard e Gasol nei primi 24’ riesce a stare a contatto grazie a Kobe e Metta: il primo gioca due quarti pulitissimi (15 punti con 7/11), il secondo provoca orgasmi a ripetizione ai suoi tifosi, allo Staples e non, con un gran lavoro su ‘Melo e con l’apporto offensivo tipico di occasioni del genere (chiuderà all’intervallo con 16 punti).

Si rientra negli spogliatoi con i padroni di casa che sono sul +2 (51-49), grazie ad un bel canestro di Nash, ma il parziale Knicks è nell’aria e il terzo quarto si apre proprio in quella direzione. Il terribile trio Anthony-Kidd-Jr Smith sfrutta in maniera impeccabile la semi-transizione offensiva e piazza il parziale di 12-2 nei primi minuti del periodo, grazie al quale New York vola sul +9 (58-67), massimo vantaggio del match.
Per qualche istante lo Staples riprova le sinistre sensazioni che lo hanno accompagnato per tutti i primi due mesi di questa stravagante e stancante Regular Season. Ma stavolta, l’imbarcata da parte degli avversari non avviene, perché L.A. reagisce di cuore e di grinta: D’Antoni mette fuori Howard e propone un quintetto con Nash, Meeks, Kobe, Metta e Gasol. Il livello si alza nettamente in difesa e anche offensivamente per i gialloviola tornano ad uscir fuori dividendi interessanti. Dopo mesi, i Lakers sembrano una squadra su ambo i lati del campo e il controparziale che permette di tornare a contatto è dietro l’angolo: Nash e Kobe sono grandi protagonista, a fine terzo periodo si torna in equilibrio, sul 77-78.
Si entra nel quarto quarto, con Kobe Bryant che mostra tutto il suo repertorio: il Mamba è un clinic offensivo, incoraggia Howard nella propria metà campo, gestisce in maniera cristallina i possessi e segna 8 dei primi 10 punti messi a referto dai suoi, permettendo ai Lakers di volare sul +5 (87-82 con 7’ da giocare). Visto a posteriori, è sostanzialmente il parzialino che fa svoltare definitivamente l’inerzia dalla parte di L.A. considerato che da questo momento in poi i Knicks non metteranno più il muso avanti.
Il match però va avanti spedito, con botti da una parte e dall’altra. Howard, dopo essersi amministrato (male) per tutta la partita chiude con 12 minuti di grandioso basket difensivo e assieme a Gasol trova sintonia forse per la prima volta in stagione. Dall’altra parte NY si gode un Anthony d’annata, l’unico con Smith e Kidd a ritrovare ritmo: è ancora grazie a loro e ad una tripla del secondo che i Knicks tornano a stretto contatto.

A 30 secondi dal termine, i gialloviola sono sopra di 3 lunghezze (97-94).
Rimessa New York. Woodson ha una pessima idea, ovvero quella di cercare subito il pareggio. Così Jr Smith riceve e spara: ferro. Il solito utente Keitaro fa sottointendere che è merito di Morris, difficile crederlo visto che Smith aveva deciso di tirare da otto metri già tre possessi prima, ma va bene così. Va bene così perché di là, una rimessa nata a caso diventa vincente: Nash dà palla sull’arco a Gasol, che riceve, ha l’intelligenza acuta di riconoscere in un nonnulla il miss-match favorevole e batte dal palleggio Jason Kidd inchiodando la sorprendente schiacciata che chiude la partita e regala la vittoria ai lacustri.

Per una notte insomma, si torna a gridare di gioia (e non per insulti) Pau Gasol nei momenti decisivi. Come ai vecchi tempi. Il godimento è di livello assoluto.
Quinta W in fila e Knicks battuti, allo Staples finisce 100-94. Mike D’Antoni può provare a sorridere (fino a domani).

 

D.M.


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