L.A. Lakers vs Phoenix Suns


 

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Nella Noche Latina, che verrà ricordata più per i probabili infarti dei nostri due inviati Tony Brando e Fede Dgen (che chiudono lo sweep) che per i suoi tratti ispanico-sudamericani, i Los Angeles Lakers di coach Phil Jackson vincono la tredicesima partita su quattordici giocate dall’All Star Break sconfiggendo, in una maratona lunga 63 minuti, i Phoenix Suns, allo Staples Center.

I gialloviola si presentano per il quarto di una lunga serie di match casalinghi, allo Staples Center e si ritrovano davanti quella che, in un modo o nell’altro, è stata la rivale più spesso incontrata nell’ultimo quinquennio, i Suns di coach Alvin Gentry, per un gustoso remake delle scorse Western Conference Finals.

Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso sul +6 dai Lakers (66-60), il match si accende nel secondo tempo.
I padroni di casa, infatti, rientrano dagli spogliatoi con il giusto piglio e un importante 13-3 di parziale dà il là a quello che sarà un importante allungo (i Lakers toccheranno anche il +21, 89-68); protagonisti assoluti sono Kobe Bryant e Lamar Odom che mettono a referto 20 dei 29 punti complessivi segnati nel terzo quarto e si confermano i migliori in campo per i lacustri (termineranno l’incontro con 71 punti, 28-53 dal campo complessivo, 28 rimbalzi e 14 assists in due: AMAZING).

Trattandosi di un match di metà marzo e trovandosi allo Staples Center l’amuleto Tony Brando, si potrebbe pensare che il match fosse già da considerarsi chiuso.
Ma Steve Nash ha idee totalmente diverse; il play canadese prende il proscenio, risponde colpo su colpo ai canestri avversari e con 3 triple e 2 assists riapre totalmente il match, imbastendo un contro-parziale di 19-4 che permette ai suoi di rientrare (95-86 L.A. dopo 36′).
Il resto del lavoro lo compie la panchina ad inizio quarto quarto, guidata da uno scoppiettante Aaron Brooks e dal solito fastidioso Dudley: il risultato è quello di una clamorosa rimonta, meritata, sudata, voluta e costruita non solo sulla transizione, ma anche sulla difesa. A 6 minuti dalla fine, il tabellone dice 101 pari.

I gialloviola, che hanno un apporto assolutamente NULLO dalla 2nd unit, si riscuotono con l’entrata in campo dei titolari: Kobe, Lamar e Pau rispondono presente e un loro 9-0 di parziale sembra chiudere il match. Sensazione che trova un solido riscontro, quando il 24 gialloviola con un Pullup jumper di pregievole fattura, regala ai suoi il +6 (112-106) ad un minuto dalla fine.
Anche stavolta, però, i Suns si svegliano: Frye e Grant Hill sfruttano i clamorosi passaggi a vuoto difensivi dei padroni di casa e con due triple importanti (wide-open, perchè altrimenti non ci piace subirle) portano la gara all’Overtime.

L’OT risulta essere molto noioso, lento, difficile persino da commentare: le difese prevalgono in maniera netta sugli attacchi ed è solo una tripla di Artest a scuotere gli animi (+3, 119-116). Anche stavolta i lacustri sembrano poterla portare a casa, ma Lamar Odom decide che per i tifosi italiani, le 6,15 del mattino sono troppo presto per andare a letto: stupido fallo sul perimetro ai danni di Frye ad un secondo dalla fine, in situazione di tiro: 3/3 dalla lunetta per l’ex Blazers e secondo OT allo Staples.

Il secondo Overtime è sostanzialmente identico, per dinamica, al primo: i Lakers scappano (Kobe&Pau regalano il +4), il solito immenso Frye (che chiuderà con 32 punti e 14 rimbalzi) ricuce, punendo dal perimetro. I Suns trovano anche il +2 (130-128), ma Pau Gasol è glaciale dalla lunetta dopo aver subito un fallo in un’azione confusa: terzo Los Overtime in California, con il nostro duo allo Staples in infermeria a chiedere dell’ossigeno.

Il terzo OT è finalmente quello decisivo.
Apre Marcin Gortat (per lui doppia-doppia, 24+16) con due tiri liberi, regalando il +2 ai Suns.
Ma a prendere la scena, è Kobe Bean Bryant. Maestoso nei primi quattro periodi, spettrale e francamente dannoso nei primi due periodi supplementari, il nativo di Philadelphia segna una tripla in faccia a Dudley senza senso, senza ritmo e impensabile per gran parte degli altri giocatori della Lega (133-132).
L’altro vero protagonista, però, è Ron Artest che con una splendida schiacciata in transizione dopo una recuperata e con un jumper difficile da inquadrare in un normale contesto cestistico, trascina i suoi al +5 (137-132).
Sarà poi Kobe Bryant con un altro bel canestro (season high per lui, 42 punti) a rigettare definitivamente i tentativi di rimonta avversari, guidati dal solito Frye.

Allo Staples Center, la clamorosa maratona di 3 Overtime va ai Lakers, 139-137.
Next stop: Clippers, la notte tra venerdì e sabato.

by Davi91

P.S. Se non mi date il +1, vi insulto.


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