Dalle Finali, due disputate nel triennio 2008-10, ad un purgatorio difficile da inquadrare e in balìa di eventi non ancora totalmente definiti. Lakers e Celtics, le due squadre più blasonate e vincenti della Nba si incontrano nuovamente, in uno dei periodi più cruciali della stagione: gli ultimi giorni della deadline.
Una partita da sempre affascinante, ricca di storia, ricca di particolari, ricca di rivalità, anche recente.
Due squadre che hanno da sempre dato spettacolo l’una contro l’altra, pur vivendo i propri periodi bui. Lakers e Celtics ha significato per anni ed anni il massimo della pallacanestro mondiale. Oggi, le due compagini si trovano nuovamente contro, in un contesto però confuso, di transizione, particolare. Per entrambe.
Flavio Tranquillo, dopo le Finals 2010, aveva scritto un editoriale per ‘Rivista Ufficiale Nba’. In quell’articolo disse che quelle sette partite dalla meravigliosa intensità significavano la fine di un cerchio e il culmine non più raggiungibile per molti giocatori. Fu molto criticato per aver detto ciò che allora sembrava frettoloso. Ma forse, ad oggi, possiamo affermare che non ha poi avuto tutti i torti nello scrivere quelle cose.
Ad ogni modo, senza addentrarci in disamine troppo approfondite, il monito da fare è uno solo. Lakers e Celtics è una partita sincera, vera. E come tale va goduta e gustata, qualunque esso sia il risultato finale e qualunque sia il contesto in cui si disputa.
Lakers ClubHouse
La squadra di Mike Brown arriva a questo punto della stagione con un 24-16 di record accettabile e una situazione ancora tutta da definire.
A livello di mercato, mancano quattro giorni al termine ultimo per gli scambi e sembra ormai finita l’era Gasol in giallo viola, visti gli insistenti Rumors che si sentono per i corridoi Nba. A livello tecnico, invece, i Lakers di oggi sono una vera e propria polveriera, un pericoloso cantiere aperto. I 94 punti segnati di media, la più bassa da quando la franchigia gioca a Los Angeles, sono sintomo di un’idea di basket totalmente stravolta. Dalla minuziosa Tpo (richiesta nuovamente da qualche senatore tra i giocatori, pare, ma se ne è già parlato) alla difesa forte ad ogni possesso. Dall’attacco scintillante alle partite giocate agli 80 punti. Un coach che non è andato giù a molti giocatori a roster e una dirigenza prima umiliata cestisticamente parlando per l’affaire Paul, poi in totale confusione sulla gestione delle due Trade Exception e sulle mosse da portare avanti.
Volendo ben guardare, tolte le due orrendi L arrivate a Detroit e Wizard, i Los Angeles Lakers ad oggi rimangono una discreta squadra, con tanti difetti , ma con anche qualche pregio da difendere strenuamente. La brillante vittoria contro Miami di domenica scorsa, che comunque non deve offuscare la vista sull’attuale situazione del gruppo Lakers, è sintomo di come ai massimi livelli questa squadra con qualche innesto può ancora infastidire. Con la consapevolezza, ovviamente, che in questo momento le speranze da titolo sono totalmente assopite.
Celtics ClubHouse
Se i Lakers sono una polveriera, i Celtics non vogliono esserlo da meno. Il separato in casa Rondo, l’età tanto, troppo avanzata del nucleo principale di giocatori, le alternative insufficienti in alcuni ruoli. Doc Rivers, coach dei Celtics, certamente in apprensione anche per il figlio Austin ora alle prese con l’Ncaa e una possibile carriera Nba, ha tante questioni da affrontare e da risolvere. Ciò che appare chiaro a tutti è che i Celtics di oggi non sono quelli di due anni fa difensivamente parlando, dove l’intensità, la voglia, l’organizzazione non raggiunge gli epici livelli passati. Ma nemmeno in attacco si nota più quell’ordine di un tempo e quella capacità di sfruttare al meglio i match-up favorevoli. Per certi versi è una squadra senza futuro, per altri è una squadra che attende di essere distrutta e ricostruita mattone dopo mattone. Il 21-18 di record è frutto di alti&bassi continui, di partite giocate bene con Rondo trascinatore e di match dove Boston è stata letteralmente travolta dall’atletismo e la freschezza fisica avversaria.
Keys&Tactics
Difesa degli esterni – Vero e proprio punto cruciale per tante partite disputate negli ultimi anni. Bryant che prende Rondo in marcatura per non stancarsi ad inseguire Allen tra i blocchi, a sua volta marcato da Fisher. Pierce, Allen e qualche specialista difensivo di turno (da Posey a Tony Allen), per fermare Kobe dall’altra parte. Molto spesso la serie si è giocata anche su questi aspetti. Aspetti che si riproporranno l’uno dopo l’altro con due grandi differenze. Innanzitutto, è scomparsa la Tpo, il principale rompicapo per l’organizzazione difensiva dei Celtics; poi, è scomparso lo specialista difensivo dei Celtics, privi al momento di qualcuno diverso da Allen e Pierce che abbia braccia ed atletismo per tenere sotto controllo Bryant. C’è un’altra differenza, a ben guardare: Derek Fisher. Mai eccelso difensore, ma ora nel peggior periodo in carriera. Avrà ancora le gambe e la testa per star dietro a Ray Allen?
Rondo&Gasol – Sì, fa strano scriverli assieme, ma non si può evitare. Le voci che si sono susseguite negli scorsi giorni parlavano di una trade tra questi due. Voci sfumate, almeno per il momento, ma voci che hanno lasciato uno strascico sul piano tattico e mentale. Rondo e Gasol sono le brutte copie di coloro che hanno dimostrato di poter essere veramente. Giocatori con poche motivazioni, con poca aggressività, che si appigliano a momenti di riscatto d’orgoglio (come la tripla-doppia paurosa del play di Boston o la gran prova del centro di L.A. contro Nowitzky). Se questo scambio andrà in porto è difficile dirlo. Quel che è certo è che la loro presenza o meno farà la differenza.
Due squadre dall’approccio difensivo – Una novità, questa che abbiamo potuto scorgere quest’anno. AI tempi delle Finals giocate nel triennio già citato, i Lakers erano la squadra offensiva con concetti difensivi da inserire, i Celtics la squadra dalla difesa d’acciaio e la fase offensiva da inventare.
Oggi sia Los Angeles, sia Boston sanno di dover pensare prima di tutto alla difesa: lo vogliono i coach e lo pretende l’impostazione data dallo staff tecnico delle due squadre. Ecco quindi che si prospetta una partita a ritmi bassi, almeno per quel che si è visto in questo scorcio di stagione. Vincerà chi saprà gestire meglio e per primo i possessi dell’incontro.
Breaking News
– I Celtics sono arrivati a Los Angeles nella tarda mattinata del sabato americano (ovvero sabato sera in Italia). Riposo e breve sessione d’allenamento nel pomeriggio.
– Pau Gasol, al centro del mercato, ha risposto ai tanti tweet di arrivederci e di ringraziamento arrivatigli dopo le voci insistenti di ieri su una sua cessione. Ha scritto che non c’è ancora nulla di ufficiale e che ringrazia per il calore ricevuto.
– Sulle indiscrezioni che volevano i giocatori dei Lakers supplichevoli di un ritorno alla Tpo, Bryant ha commentato in maniera molto discreta sia dopo il match contro i Wizard, sia dopo la W di venerdì a Minneapolis: “Siamo concentrati sul nostro lavoro, siamo un cantiere aperto e ci impegneremo giorno dopo giorno per migliorare”
– Pietrus e Wilcox non dovrebbero farcela per il match di domenica. I due giocatori dei Celtics, in injury-list come day-to-day, sono volati con la squadra ma dovrebbero saltare la partita. In particolare per Wilcox, si tratterebbe di motivazioni precauzionali.
Curiosity&Previous
– Lakers e Celtics, dalla stagione 2007/08 si sono incontrate per 9 volte: il bilancio è di 5W per i giallo viola e 4W per i Celtics, considerando solo la Regular Season. Contando i Playoffs, la situazione cambia: 22 incontri, 11 vittorie ciascuna.
– I Lakers sono 17-2 di record in casa quest’anno, iche bilancia il disastroso rendimento in trasferta (7-14).
– Boston ha vinto 4 delle ultime 5 partite disputate: unica sconfitta arrivata per mano de 76ers, 71-103.
D.M.