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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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Le cose per me sono 2:

 

- O si fanno accordi con i paesi stranieri per creare i punti di identificazione in loco così da far partire solo chi ha diritto a partire. (Secondo i dati del ministero 7/10, stando bassi, non hanno diritto)

 

- Se questo non è possibile,

 

Una volta che sono sul suolo italiano invece di spendere centinaia di milioni per le cooperative per l'accoglienza prendi quegli stessi milioni per assumere dalle 5000 alle 10000 persone che si occupino 24/24 delle pratiche di identificazione.

 

Chi può rimanere rimane chi non ha diritto viene riportato sulle coste straniere.

 

Se in Germania ci mettono 3 mesi ad identificarli e noi ci mettiamo in media 2 anni direi che questo è la prima cosa da risolvere, posto che la via principale dovrebbe essere quella di controllarli in loco.

 

In un colpo solo crei posti di lavoro, snellisci le pratiche di identificazione e dimezzi a stare bassi le persone che rimangono in Italia più di 2 mesi.

 

posto che dal mio punto di vista chiunque ha diritto a partire e ad andare dove gli pare, il tema, al massimo, può essere quello dell'identificazione per fare in modo che si sappia se il tizio che arriva da Arak è uno che lì faceva l'agente immobiliare e non ha più niente da fare, era avversario politico di Assad o aiutava l'Isis ad addestrare futuri martiri.

dal mio punto di vista la fortuna (o sfortuna) di essere nato a Milano non mi dà in tasca alcun diritto in più di chi ha avuto la sfortuna di nascere ad Arak o la fortuna di nascere a Copenaghen

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posto che dal mio punto di vista chiunque ha diritto a partire e ad andare dove gli pare, il tema, al massimo, può essere quello dell'identificazione per fare in modo che si sappia se il tizio che arriva da Arak è uno che lì faceva l'agente immobiliare e non ha più niente da fare, era avversario politico di Assad o aiutava l'Isis ad addestrare futuri martiri.

dal mio punto di vista la fortuna (o sfortuna) di essere nato a Milano non mi dà in tasca alcun diritto in più di chi ha avuto la sfortuna di nascere ad Arak o la fortuna di nascere a Copenaghen

Chiunque ha il diritto di partire e provare a cercare una vita migliore ma uno Stato ha lo stesso sacrosanto diritto di dire, in un momento storico nel quale ci sono 4,6 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà e aumenta anche la povertà relativa, che adesso non possiamo accogliere nessuno se non chi scappa dalla guerra.

 

Un conto sono i migranti economici e un conto sono i rifugiati.

 

Tutti i paesi del mondo hanno fatto entrare indistintamente le persone in un momento di fortissima crescita economica.

Serviva gente a lavorare e gli italiani potevano cercare fortuna in America o in sud America.

 

Ma nel momento in cui non c'è lavoro manco a pagarlo con quale criterio accetti nel tuo paese migranti economici?

 

Fare entrare tutti indistintamente dicendo che ognuno deve avere la possibilità di avere una vita migliore fa si solamente che si creino ghetti di persone che per campare sono costretti a delinquere e di conseguenza nel tempo troverai gli italiani che scendono in piazza con i forconi come è successo a Torino.

 

Noi, attualmente, non siamo in grado di accogliere dignitosamente persone in cerca di lavoro. Non ce l'abbiamo noi il lavoro e dobbiamo accogliere gente?

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Chiunque ha il diritto di partire e provare a cercare una vita migliore ma uno Stato ha lo stesso sacrosanto diritto di dire, in un momento storico nel quale ci sono 4,6 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà e aumenta anche la povertà relativa, che adesso non possiamo accogliere nessuno se non chi scappa dalla guerra.

 

Un conto sono i migranti economici e un conto sono i rifugiati.

 

Tutti i paesi del mondo hanno fatto entrare indistintamente le persone in un momento di fortissima crescita economica.

Serviva gente a lavorare e gli italiani potevano cercare fortuna in America o in sud America.

 

Ma nel momento in cui non c'è lavoro manco a pagarlo con quale criterio accetti nel tuo paese migranti economici?

 

Fare entrare tutti indistintamente dicendo che ognuno deve avere la possibilità di avere una vita migliore fa si solamente che si creino ghetti di persone che per campare sono costretti a delinquere e di conseguenza nel tempo troverai gli italiani che scendono in piazza con i forconi come è successo a Torino.

 

Noi, attualmente, non siamo in grado di accogliere dignitosamente persone in cerca di lavoro. Non ce l'abbiamo noi il lavoro e dobbiamo accogliere gente?

 

sostanzialmente, e parlando molto in generale, questo non dovrebbe essere un problema di chi viene qui.

da una parte se non c'è modo di vivere dignitosamente qui, ci provi altrove

dall'altra parte, ripeto, perché il diritto a cercare un lavoro qui dovrebbe spettare prima a chi ci è nato?

se io domani decido di andare via da qui e cercar fortuna a Berlino (o ad Accra o a Dar Es Salaam o a Melbourne) mi aspetto di poter provare ad essere assunto per un lavoro al pari di un tedesco, un ghanese, un tanzaniano o un australiano, se ho le competenze per farlo

 

in tutto questo, se delinqui, sei fuori dalla società, ossia vai in galera e tutto il resto

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sostanzialmente, e parlando molto in generale, questo non dovrebbe essere un problema di chi viene qui.

da una parte se non c'è modo di vivere dignitosamente qui, ci provi altrove

dall'altra parte, ripeto, perché il diritto a cercare un lavoro qui dovrebbe spettare prima a chi ci è nato?

se io domani decido di andare via da qui e cercar fortuna a Berlino (o ad Accra o a Dar Es Salaam o a Melbourne) mi aspetto di poter provare ad essere assunto per un lavoro al pari di un tedesco, un ghanese, un tanzaniano o un australiano, se ho le competenze per farlo

 

in tutto questo, se delinqui, sei fuori dalla società, ossia vai in galera e tutto il resto

Ma scusa che discorso è questo?

 

Lo Stato come un buon padre di famiglia deve prendersi cura dei PROPRI figli e poi se ha tempo e risorse può prendersi cura anche di quelli degli altri.

 

Immagina che tu abbia bisogno di comprarti una casa e chiedi aiuto a tuo padre.

Soldi ce ne sono pochi e tuo padre invece di rivolgere tutti gli sforzi sul proprio figlio va a regalare soldi a tutte le persone che arrivano e glieli chiedono.

 

Sennò aboliamo gli Stati.

Non hanno più senso secondo il tuo ragionamento.

 

Negli USA non entri se non sei inquadrato in un ambito lavorativo, in Canada nemmeno, in Australia neanche.

E li il lavoro c'è!

 

Perché? Perché sono più lungimiranti di noi.

Non ha senso far entrare una persona che non può occupare un posto nella società.

 

A maggior ragione non ha senso farla entrare se il lavoro non c'è.

 

Seconda cosa, collegata ma non di meno importanza, io in quanto Italiano ho più diritti di uno che arriva qui in cerca di fortuna.

 

Le radici sono importanti eh, io son nato qui, pago le tasse, faccio sacrifici per il mio paese, i miei genitori ne hanno fatti altrettanti, i miei nonni altrettanti e poi invece di aiutare me aiuti il cittadino del Congo o del Burundi o di qualsiasi altro paese?

E allora chi me lo fa fare di pagare le tasse? Si da tutto e non si riceve niente?

 

Quindi no, a parità di competenze è l'italiano che deve prendersi il lavoro.

Ma senza se e senza ma proprio.

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Ma scusa che discorso è questo?

 

Lo Stato come un buon padre di famiglia deve prendersi cura dei PROPRI figli e poi se ha tempo e risorse può prendersi cura anche di quelli degli altri.

 

Immagina che tu abbia bisogno di comprarti una casa e chiedi aiuto a tuo padre.

Soldi ce ne sono pochi e tuo padre invece di rivolgere tutti gli sforzi sul proprio figlio va a regalare soldi a tutte le persone che arrivano e glieli chiedono.

 

Sennò aboliamo gli Stati.

Non hanno più senso secondo il tuo ragionamento.

 

Negli USA non entri se non sei inquadrato in un ambito lavorativo, in Canada nemmeno, in Australia neanche.

E li il lavoro c'è!

 

Perché? Perché sono più lungimiranti di noi.

Non ha senso far entrare una persona che non può occupare un posto nella società.

 

A maggior ragione non ha senso farla entrare se il lavoro non c'è.

 

Seconda cosa, collegata ma non di meno importanza, io in quanto Italiano ho più diritti di uno che arriva qui in cerca di fortuna.

 

Le radici sono importanti eh, io son nato qui, pago le tasse, faccio sacrifici per il mio paese, i miei genitori ne hanno fatti altrettanti, i miei nonni altrettanti e poi invece di aiutare me aiuti il cittadino del Congo o del Burundi o di qualsiasi altro paese?

E allora chi me lo fa fare di pagare le tasse? Si da tutto e non si riceve niente?

 

anche quello che arriva qui dal Burundi paga le tasse nel momento in cui comincia a lavorare, fa gli stessi tuoi sacrifici, che differenza c'è?

mio padre è arrivato a Milano dalla Puglia, mia madre dalla Liguria, e hanno lavorato a Milano, sono diventati cittadini di Milano mentre prima erano di altri posti. Avevano meno diritti del sciùr Brambilla?

Città, Stato...fino a una quindicina di decenni fa questo Stato manco c'era, pochi secoli prima i confini erano tra le città. A me frega il giusto di essere nato qui o lì, la differenza sta giusto nel fatto che ho imparato a parlare italiano e ora è pure più importante che io sappia parlare inglese per fare certi lavori.

Lo Stato non è mio padre, io non pago le tasse a mio padre...e quel padre non regala soldi, chi ha i soldi per pagarsi la casa, se la compra.

 

Anyway, io so bene di star facendo discorsi generali e che tutto va contestualizzato.

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Ti faccio un esempio sulle case popolari.

 

Ho visto con i miei occhi famiglie italiane con 1-2 figli che sono state scavalcate da immigrati con 6-7 figli nelle graduatorie per la casa popolare.

 

Ma ti pare normale che una famiglia italiana che magari non ha più un lavoro debba essere scavalcata da un immigrato?

 

Io non do la colpa all'immigrato, io la colpa la do a chi ha fatto entrare quelle persone che non hanno ne reddito ne casa quindi 99/100 o si mettono a carico dello Stato o vanno a delinquere.

Altri modo non ce ne sono perché lavoro in Italia non ce n'è.

 

Perché quella famiglia italiana ora vive in una roulotte comprata con i soldi della pensione della nonna che ha dovuto lasciare la sua casa in affitto per andare a vivere in roulotte con i propri figli.

 

(La storia è vera)

 

Che Stato è questo?

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anche quello che arriva qui dal Burundi paga le tasse nel momento in cui comincia a lavorare, fa gli stessi tuoi sacrifici, che differenza c'è?

mio padre è arrivato a Milano dalla Puglia, mia madre dalla Liguria, e hanno lavorato a Milano, sono diventati cittadini di Milano mentre prima erano di altri posti. Avevano meno diritti del sciùr Brambilla?

Città, Stato...fino a una quindicina di decenni fa questo Stato manco c'era, pochi secoli prima i confini erano tra le città. A me frega il giusto di essere nato qui o lì, la differenza sta giusto nel fatto che ho imparato a parlare italiano e ora è pure più importante che io sappia parlare inglese per fare certi lavori.

Lo Stato non è mio padre, io non pago le tasse a mio padre...e quel padre non regala soldi, chi ha i soldi per pagarsi la casa, se la compra.

 

Anyway, io so bene di star facendo discorsi generali e che tutto va contestualizzato.

I tuoi genitori, come i miei, si sono mossi nell'ambito del proprio Stato.

 

Sinceramente a me fanno realmente paura questi discorsi.

 

Sarà che io nello Stato ci credo, sarà che credo anche in valori socialisti ma questi discorsi che fai non li comprendo proprio e anzi li respingo con forza.

 

Una nazione deve occuparsi del proprio popolo.

E se il popolo è in difficoltà deve anche indebitarsi per cercare di risollevarlo.

 

Lo stato che descrivi tu è uno stato in balia del mercato, uno stato ultra-liberista, uno stato che ti lascia fare sostanzialmente quello che ti pare.

Ti lascia anche morire senza aprire bocca però.

 

Non si va d'accordo 😅

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I tuoi genitori, come i miei, si sono mossi nell'ambito del proprio Stato.

 

Sinceramente a me fanno realmente paura questi discorsi.

 

Sarà che io nello Stato ci credo, sarà che credo anche in valori socialisti ma questi discorsi che fai non li comprendo proprio e anzi li respingo con forza.

 

Una nazione deve occuparsi del proprio popolo.

E se il popolo è in difficoltà deve anche indebitarsi per cercare di risollevarlo.

 

Lo stato che descrivi tu è uno stato in balia del mercato, uno stato ultra-liberista, uno stato che ti lascia fare sostanzialmente quello che ti pare.

Ti lascia anche morire senza aprire bocca però.

 

Non si va d'accordo

assolutamente no

io credo ciecamente nello Stato e aborro qualsiasi prospettiva ultra-liberista, solo non capisco perché il concetto di "Stato" debba circoscriversi a chi è nato all'interno del suoi confini e non semplicemente a chi, entro quei confini, ci vive. Stato è diritti e doveri e, ripeto, per me li ha e li deve compiere chi ci è nato, come chi ci è arrivato. Non mi ritengo "italiano" perché sono nato in Italia, mi ritengo tale perché ci vivo, in questo Stato baso la mia continuità e il mio essere nella società. Allo stesso modo vorrei che tale si sentisse quello che ieri è arrivato dalla Siria o dalla Svizzera perché ha avuto la casualità di essere nato lì.

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E aggiungo...ha avuto la sfortuna di arrivare qui dove c'è lo ius sanguinis e non lo ius soli.

 

C'è tutto un mondo da scoprire dietro alle normative che reggono il tema della cittadinanza, a partire dalle differenze tra "vecchio" e "nuovo" mondo (dove, eccezion fatta per l'Australia, se nasci lì sei automaticamente cittadino...) e con tutte le menate degli ordinamenti europei (tipo che qui puoi essere italiano se sei nato qui, hai vissuto per 18 anni e lo chiedi tra il 18° e il 19°, sennò sono cavoli tuoi...)

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assolutamente no

io credo ciecamente nello Stato e aborro qualsiasi prospettiva ultra-liberista, solo non capisco perché il concetto di "Stato" debba circoscriversi a chi è nato all'interno del suoi confini e non semplicemente a chi, entro quei confini, ci vive. Stato è diritti e doveri e, ripeto, per me li ha e li deve compiere chi ci è nato, come chi ci è arrivato. Non mi ritengo "italiano" perché sono nato in Italia, mi ritengo tale perché ci vivo, in questo Stato baso la mia continuità e il mio essere nella società. Allo stesso modo vorrei che tale si sentisse quello che ieri è arrivato dalla Siria o dalla Svizzera perché ha avuto la casualità di essere nato lì.

Dipende in che modo vivi nello Stato Italiano.

 

Per me la cittadinanza è una cosa seria e non la puoi concedere a caso.

 

1. Per entrare in Italia per prima cosa devi sapere l'italiano. Se non lo sai prima lo impari, superi un esame, e poi entri.

Ne ho piene le scatole di tutte ste comunità di cinesi, pakistani ecc che vengono catapultati in Italia senza sapere una ceppa di italiano.

 

Mia madre, da insegnante elementare, si trova sempre più spesso classi piene zeppe di cinesi che non parlano una ceppa d'Italiano. Anche no, grazie.

 

2. Ancora di più se vuoi ottenere la cittadinanza. Devi sostenere esami di italiano e magari anche qualcosina di storia italiana e di costituzione.

Sarebbe bene che la facessero in tutte le scuole perché è inaccettabile che diritto costituzionale si faccia solo al commerciale e uno che esce dal liceo può anche non saperne un tubo di ste cose.

 

In sostanza a me non basta che vieni qui per lavorare. Devi sapere la lingua per lavorare e aggiungere un po' di storia se vuoi avere la scritta "italiano" sul passaporto.

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Dipende in che modo vivi nello Stato Italiano.

 

Per me la cittadinanza è una cosa seria e non la puoi concedere a caso.

 

1. Per entrare in Italia per prima cosa devi sapere l'italiano. Se non lo sai prima lo impari, superi un esame, e poi entri.

 

2. Ancora di più se vuoi ottenere la cittadinanza. Devi sostenere esami di italiano e magari anche qualcosina di storia italiana e di costituzione.

Sarebbe bene che la facessero in tutte le scuole perché è inaccettabile che diritto costituzionale si faccia solo al commerciale e uno che esce dal liceo può anche non saperne un tubo di ste cose.

 

In sostanza a me non basta che vieni qui per lavorare. Devi sapere la lingua per lavorare e aggiungere un po' di storia se vuoi avere la scritta "italiano" sul passaporto.

 

bah...allora togliamola a gran parte degli italiani, che parlano malissimo e non hanno idea di storia e diritto costituzionale

secondo me il "modo" in cui vivo nello Stato italiano dipende dal rispetto delle leggi, non dal fatto che io conosca la lingua (cosa che svantaggia me nel mio vivere in un paese dove la maggior parte della gente parla quella lingua ma non necessariamente svantaggia gli altri) o la Costituzione...

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bah...allora togliamola a gran parte degli italiani, che parlano malissimo e non hanno idea di storia e diritto costituzionale

secondo me il "modo" in cui vivo nello Stato italiano dipende dal rispetto delle leggi, non dal fatto che io conosca la lingua (cosa che svantaggia me nel mio vivere in un paese dove la maggior parte della gente parla quella lingua ma non necessariamente svantaggia gli altri) o la Costituzione...

Eh no Loz, è un problema anche nostro.

 

Qui a Prato, negli anni 90' si facevano gli stessi discorsi.

 

"Che ti frega se il cinese non parla italiano, saranno fatti suoi"

 

E ne è entrato 1,10,100,1000.

 

Ora siamo arrivati a 30.000 cinesi.

 

Il risultato è che a Prato c'è un intero quartiere dove se vuoi relazionarti con la gente devi parlare il cinese, le insegne sono in cinese, i cartelli stradali hanno i sottotitoli (e non scherzo) in cinese.

 

Hai un ghetto autogestito da cinesi che sfugge al controllo di qualsiasi legge perché è normale che sia così.

 

Se vado in via pistoiese e malauguratamente faccio un incidente con la macchina, solo per cercare di fare il CID ti tocca chiamare i vigili perché in cambio delle tue domande riceverai in risposta solo "No capisco".

E anche i vigili dovranno perdere 2 ore per ricostruire l'accaduto perché o trovi un interprete al volo o davvero non ne esci.

 

Una volta ebbi la malaugurata idea di tagliarmi i capelli in quel quartiere.

Il mio "non troppo corti" venne inteso come "prendi la macchinetta e rapami come un soldato in partenza per il Vietnam".

 

A scuola mia madre si ritrova classi pollaio con 15 cinesi che non parlano una ceppa d'Italiano e che però non possono essere bocciati perché "e che bocci il cinese? Porello!"

 

Se vai in un luogo, soprattutto se stai andando per lavorare, devi sapere la lingua perché sennò finisci o ghettizzato con la tua gente o finisci a delinquere perché nessuno ti assume se non spiccichi un h.

 

Quando mio cugino andò in Canada dovette passare due esami, di inglese e di francese. Ad un suo collega di "espatrio" che non superò nessuno dei due i funzionari chiesero "Scusa ma tu qui che ci vieni a fare se non sai manco parlare?"

 

E hanno ragione...

 

Il fatto che ci siano italiani analfabeti non è un buon motivo per far entrare anche stranieri analfabeti.

 

Dovresti mirare ad alfabetizzarli tutti e non a fare mal comune mezzo gaudio.

 

Ps: io penso che se domani vuoi andare a cercare fortuna a Berlino almeno un minimo di tedesco tu lo debba sapere sennò cosa fai? Vai li e vivi sotto i ponti? Per vivere sotto i ponti io non ti farei entrare.

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Posso essere d'accordo con molto di quello che dici, però noto due cose.

un certo punto scrivi "sfugge al controllo di qualsiasi legge" e lì c'è il problema più grande...

dal punto di vista della lingua, in Usa ci sono intere televisioni che trasmettono in spagnolo negli stati a più alta immigrazione, da altre parti succede lo stesso. Opporsi al fatto che a un certo punto la maggioranza parla un'altra lingua è una cosa che non funziona, a meno di non voler fare barricate che non hanno molto senso, semplicemente perché vengono superate dalla storia stessa.

il problema sta in quello che scrivo alla seconda riga

e, anche lì, le leggi stesse si evolvono e devono mirare a garantire la vita in un consesso civile a tutti, partendo da presupposti comuni

 

anche qui si potrebbero aprire delle parentesi davvero molto interessanti...leggevo interessanti articoli sul dibattito se sia meglio una certa intransigenza nel nome della laicità di stato che, ad esempio, ghettizza i musulmani francesi (per dire in 4 parole una situazione per cui ci vorrebbero enciclopedie), oppure un pragmatismo che prevede una convivenza anche in situazioni di estrema diversità, come in Germania dove girare coperte di veli non è un problema? Secondo alcune posizioni di quei dibattiti, il fatto che vi siano stati attentati su attentati in Francia indica (sempre con tutte le pinze di un post di poche righe scritto di fretta) che una posizione che mira ad un generale livellamento dove nessuno (di nessuna religione, almeno così vorrebbe essere) deve ostentare alcunché produce effetti contrari a quello che si desidererebbe, ossia una posizione neutra dove tutti sono uguali e quindi con pari diritti...

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Posso essere d'accordo con molto di quello che dici, però noto due cose.

un certo punto scrivi "sfugge al controllo di qualsiasi legge" e lì c'è il problema più grande...

dal punto di vista della lingua, in Usa ci sono intere televisioni che trasmettono in spagnolo negli stati a più alta immigrazione, da altre parti succede lo stesso. Opporsi al fatto che a un certo punto la maggioranza parla un'altra lingua è una cosa che non funziona, a meno di non voler fare barricate che non hanno molto senso, semplicemente perché vengono superate dalla storia stessa.

il problema sta in quello che scrivo alla seconda riga

e, anche lì, le leggi stesse si evolvono e devono mirare a garantire la vita in un consesso civile a tutti, partendo da presupposti comuni

 

anche qui si potrebbero aprire delle parentesi davvero molto interessanti...leggevo interessanti articoli sul dibattito se sia meglio una certa intransigenza nel nome della laicità di stato che, ad esempio, ghettizza i musulmani francesi (per dire in 4 parole una situazione per cui ci vorrebbero enciclopedie), oppure un pragmatismo che prevede una convivenza anche in situazioni di estrema diversità, come in Germania dove girare coperte di veli non è un problema? Secondo alcune posizioni di quei dibattiti, il fatto che vi siano stati attentati su attentati in Francia indica (sempre con tutte le pinze di un post di poche righe scritto di fretta) che una posizione che mira ad un generale livellamento dove nessuno (di nessuna religione, almeno così vorrebbe essere) deve ostentare alcunché produce effetti contrari a quello che si desidererebbe, ossia una posizione neutra dove tutti sono uguali e quindi con pari diritti...

Ma è ovvio che una comunità che si ghettizza risponda a regole diverse da quelle generali.

Succede ovunque perché la polizia e le istituzioni non ce la fanno a gestire questi posti dove fanno tutti capannella in quanto legati da una identità comune.

 

Succede nei ghetti formati da italiani figuriamoci in quelli formati da stranieri.

 

Controllare i campi Rom, i quartieri di nigeriani o di cinesi è una roba mastodontica e la polizia non è in grado di farlo presidiando a modo il territorio.

 

Qui se fai un controllo ad un'azienda italiana te la sbrighi in un tempo X.

Se fai un controllo in un'azienda cinese ci metti 10X perché nessuno parla italiano e il commercialista non è detto che sia subito disponibile.

 

E poi ti trovi a dover assumere interpreti cinesi a carico dello stato.

 

Ma scusa eh, perché diavolo devo prendere un interprete quando sei tu in torto? Tu devi imparare l'italiano non io il cinese.

 

Non voglio sembrare cattivo ma....io se ti vengo a fare un controllo e non parli italiano e devo perdere un mese per una cosa che potrei fare in 1 giorno, ti chiudo la ditta tempo 0 e ti rispedisco in Cina.

 

Ti impari l'italiano, torni e fai quello che vuoi.

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E Sala si autosospende. Bene, fallisce anche Milano adesso.

È il prezzo da pagare quando candidi a sindaco uno che ha gestito expo e sai benissimo che expo è stato un porcaio allucinante sul fronte degli appalti e della gestione...

 

Così come i 5stelle a Roma pagano il prezzo di aver rischiato la Muraro quando era già nell'aria tutta questa storia.

 

Comunque bene Sala, non me l'aspettavo.

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Vedo che è già scattata la solita retorica sulla malagestione all'italiana, in attesa che arrivi ovviamente la purificazione a 5 stelle. Intanto ieri la finanza è entrata in Campidoglio a prelevare documenti da sottoporre ad accertamento. Quanto a Beppe Sala, è inevitabile, dato il ruolo di alta responsabilità, che possa figurare nel registro degli indagati per qualunque verifica giudiziaria su Expo: atto pressoché dovuto. Personalmente ho pochi dubbi che ne uscirà lindissimo.

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Sala vedrà, secondo me, archiviata in fretta la posizione (anche se con strascichi per chi stava sotto di lui).

Credo che la notizia "locale" di oggi sia l'arresto di Marra...arresto, non avviso di garanzia.

 

 

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Ancora peggio.

Sulla Muraro sono stato il primo dopo la nomina a dire che era un errore perché si sapeva che poteva essere coinvolta in indagini ma su Marra, sinceramente, chi lo poteva sapere?

 

Cioè se lui e la moglie hanno accettato immobili a prezzo stracciato in cambio di favori chi lo poteva sapere?

 

La Raggi doveva controllargli il patrimonio e fare le indagini come ha fatto la procura? 😅

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